Molti pensano al backup solo quando perdono dei dati.
Ma a quel punto è tardi.
E quando i dati sono persi, non c’è “tecnico bravo” che tenga.
Fare un backup non è solo salvare qualcosa da qualche parte, ma è mettere in piedi un sistema che ti protegga davvero quando serve.
E per farlo bene servono due cose: che sia automatico e che sia controllato.
Il backup manuale non basta
Chi copia ogni tanto le cartelle su una chiavetta o su un disco esterno…
…nella pratica, non ha un backup.
Perché il giorno in cui serve, magari:
– Non è aggiornato
– È scollegato
– Contiene solo metà dei file
– È stato sovrascritto per errore
– È criptato da un ransomware insieme al resto
Fare le cose “a mano” non dà nessuna garanzia.
Serve un sistema automatico, che lavora in sottofondo senza che tu debba pensarci ogni volta.
E non basta nemmeno solo farlo: va controllato
Un backup automatico può anche fallire.
Magari il disco è pieno, il software ha dato errore o il file era aperto.
Ecco perché va anche controllato:
ogni tanto va verificato che funzioni, che i file siano leggibili e che tutto stia andando come deve.
Un backup che non viene mai controllato… è come una cintura di sicurezza tagliata.
Cosa faccio io nei miei interventi
Quando attivo un backup per un cliente, non mi limito a “copiarti i file”.
Imposto un sistema che funziona da solo e salvo tutto il necessario nel modo giusto:
– Su disco interno o esterno, ma anche su rete isolata
– Con una copia separata e non visibile, per evitare virus o errori
– Con notifiche se qualcosa va storto
– Con un controllo periodico per evitare brutte sorprese
Perché il backup non è un dettaglio:
è una rete di sicurezza per il tuo lavoro.
Se non sei sicuro che i tuoi dati siano davvero al sicuro, scrivimi pure: facciamo una verifica semplice e veloce.
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